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Lasciatevi andare. Ora.
Niente più call, videocall, niente più attività da spuntare.
É venerdì. Eh si, l’avete aspettato dal fatidico lungo lunedì che vi ha accolto con così poco preavviso.
Lasciatevi andare e giocate ai videogame!
Diciamocelo ormai i videogame non sono solo per i "Nerd" ma fanno parte della nostra vita quotidiana. Ma fanno bene o male? Non tutto male viene per nuocere. Non ci credi?
Ma prima...
Questa rubrica è vostra.
Il Venerdì sospeso è un'idea nata così per caso pensando a tutte quelle volte che vediamo qualcosa che ci piace e che vogliamo condividere con gli altri. Mi sembrava carino prendere spunto dal famoso caffè sospeso ma in questo caso non sarà un qualcosa di fisico ma qualcosa di digitale.
Un articolo alla settimana su questo blog dove andremo insieme a scoprire tante, tantissime curiosità.
Perché è anche vostro?
Qualsiasi siano le vostre idee sarò felice di condividerle in questa folle rubrica. E magari, chissà, anche io potrò ispirarvi un pochino.
3 frasi che un gamer non vuole più sentirsi dire:
É solo un gioco!
Se tu chiedi ad una persona di età avanzata se gioca ai videogiochi ti dirà subito di no, ma se gli chiedi se gioca a Candy Crush allora senza ombra di dubbio la risposta sarà si.
Nell’ultimo periodo sono in fissa con il podcastdei mitici Hacking Creativity di Riccardo Scogliamiglio e Nicolò Favott e mi sono appena ascoltata la puntata di Nicolò Santin, Founder di Gamindo.
Mi ha fatto aprire gli occhi su una realtà che conoscevo ma a cui non facevo caso in maniera attiva. Il mondo dei videogiochi è diventata una realtà sempre più presente e attiva, sopratutto nell'ultimo periodo.
Le aziende si sono rese conto che il Gamer non è solo il ragazzino ma l'età media è di 34 anni e le possibilità di creare advertising impattanti e degne di nota sono diventate sempre più alte.
Ma non è solo una questione di marketing. Molto spesso ci si chiede se il videogame fa bene o male e se è un problema per la società. Cercando un po' in giro ecco che compaiono un paio di notizie interessanti. Ci sono giochi che fanno bene e giochi che servono ad aiutare. Eccone alcuni:
Educational
"Never Alone"
Un videogioco non è sempre maligno.
Il suo scopo può essere educativo.
Una bugia? Forse no se si tratta di due videogiochi in particolare: “Never Alone” e“Life Strange”.
Nel primo, il videogioco può insegnare a comprendere che a volte il dolore e la malinconia vanno affrontati, e non evitati. Molto psicologico vero? E allora scopriamo di cosa parla.
Di cosa parla?
Una sopravvissuta di un villaggio tra i ghiacci dell’Alaska deve fuggire da dalla presenza maligna responsabile della tragedia.
Al suo fianco un’amica speciale: una volpe che la aiuta a superare i numerosi ostacoli – ma la strada è lunga: una vera Odissea tra i ghiacci e miti eschimesi.
Un platform diverso da quello di Super Mario in cui non solo la protagonista può essere uccisa in ogni quadro, ma il giocatore deve affrontare il “lutto” per la morte dei suoi amici e soprattutto della volpe, che a un certo punto si trasforma in uno spirito.
Addirittura nel gioco, i minorenni possono giocare con il personaggio principale mentre i genitori o chi ne fa le veci possono giocarci insieme controllando la volpe.
Educational
"Life is Strange"
Educativo anche questo. Parliamo di Life Strange, un videogioco che parla di bullismo, omosessualità e fine vita. Sicuramente questo videogioco è più per un pubblico più grande.
Vi si consiglia un pubblico 16+.
Difatti questo videogioco tratta di tematiche piuttosto calde e doverose per la società.
Life is Strange parla di un’avventura della teenager Max, che torna nella sperduta cittadina di Arcadia Bay e ritrova amici e… meno amici. Per risolvere le “situazioni”, può contare su una specie di super-potere: può riavvolgere il tempo e prendere decisioni diverse.
Un esempio?
Ps. Parliamo di uno spoiler.
Durante l’avventura, per esempio, finisce in un universo alternativo in cui il padre della sua amica del cuore si è salvato da un incidente mortale, ma l’amica è tetraplegica e le chiede di aiutarla a morire.
Salute Mentale
"NeuroRacer"
Con questo videogame andremo ad aprire un discorso un po’ diverso da quelli scritti precedentemente ma non per questo non degno d’attenzione.
Vi dice nulla videogame terapeutico?
Parliamo di NeuroRacer, un videogioco di corse ideato da un team di ricercatori dell’Università della California a San Francisco, guidato dall’inventore Adam Gazzaley.
Il videogioco fa parte di uno studio che ha dimostrato come il gioco virtuale abbia prodotto un miglioramento nella memoria, nell’attenzione e nel controllo cognitivo su un target di persone tra i 65 e gli 80 anni.
Inizialmente (nel 2013) lo studio non aveva prodotto prove mediche evidenti tuttavia nel 2020 la U.S. Food and Drug Administration lo ha approvato come primo videogame terapeutico per trattare il disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività nei bambini (ADHD).
Che ne pensate?
Non tutto il “male” viene per nuocere!
Ora spegnete il computer.
É venerdì, lasciatevi ispirare: anche questo Venerdì Sospeso è finito.
Vi aspetto venerdì prossimo.
Stay Tuned!
Ps. Se vi va, spargete la voce e commentate la vostra ispirazione preferita. 🤓
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