Nell’epoca odierna, la tecnologia ha permesso a tantissime persone di disperdersi in un mare di pagine web, social network e piattaforme varie, moltiplicando esponenzialmente i potenziali contatti con l’altro, anche molto diverso da sé.
Le piattaforme riproducono nel web i contesti fisici reali.
Così come le persone sanno comportarsi in modo diverso per strada, al bar e in ufficio, così gli utenti di forum, social e blog sanno perfettamente come agire quando si trovano su questa o quella piattaforma, con una differenza: non sempre hanno la reale percezione di quanto sia elevata la portata di ciò che manifestano pubblicamente, diversamente da quanto accade nella vita al di fuori del web.
É noto come sia facile perdere il controllo della propria libertà d’informazione ed essere soggetti a notizie false e tendenziose.
Come può quindi una no profit vivere all’interno di questo ecosistema e sopravvivere se il pregiudizio sul web si afferma sempre più velocemente?
E ancora: è possibile usare il web per combattere il pregiudizio?
Gruppo sociale reale e Community
Nell’ epoca odierna per fare ciò è importante il senso di appartenenza in questi luoghi virtuali e come unisca gruppi sociali reali ad un unico argomento.
Con il concetto di “Gruppo sociale reale” si intende definire quei gruppi ai quali apparteniamo nella realtà di tutti i giorni (per esempio: donne, padri, studenti, ecc…).
Non sono da confondere a quei gruppi che si creano specificatamente su internet, le cosiddette community.
“La community è quell’insieme affiatato di persone che seguono un progetto, un’idea o una persona e, di conseguenza, sono naturalmente spinte a interagire sulla piattaforma in cui la community si trova a favore di essa.
Non sempre sentirsi parte di una community può modificare la cultura di massa. Anche se può succedere. Nella community c’è sempre uno o più vertici, dei moderatoi appena sotto di loro, e comunque una sorta di gerarchia anche molto basilare.” (*)
Invece, il gruppo sociale reale permette di sentirsi coinvolti più direttamente, anche perché si appartiene a un agglomerato di persone che sono come te su quell’aspetto, ma diverse in altro, e ciò rende tutti gli elementi dell’insieme paritari.
Anche se il primo contatto può partire da uno solo, spesso più autorevole e carismatico degli altri, l’effetto rimane paritario su tutti e il primo non viene riconosciuto come leader di quel gruppo.
Ma la cosa più importante del gruppo sociale reale, è che nasce da un fattore emotivo.
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(*) Cfr. Come combattere i pregiudizi, in Psicologia Digitale, 2016, (https://psyberneticandmore.wordpress.com/2016/10/19/combattere-pregiudizi-social-network/, consultato il 26 novembre 2019).
[Fonte_ tesi di laurea di Sara Nicoli: "L’utilizzo dei social media per combattere il pregiudizio sul web e come sfruttare i nuovi mezzi di comunicazione digitale per un’organizzazione no profit".]
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