Da piccola la timidezza era il mio secondo nome. Potevo passare anche le ore in silenzio e nessuno si sarebbe accorto della mia presenza. Però la cosa assurda era l'amore spropositato per il teatro. Ero pronta a salire su un palco ma non a parlare con il mio vicino di banco. La cosa più assurda è quando ho scelto di lavorare nella comunicazione. C'è ancora chi strabuzza gli occhi e mi chiede se sono seria. Ma è questo il bello della comunicazione: c'è spazio per chiunque soprattutto se sei te stesso.
Dagli studi umanistici mi sono portata dietro quell’amore per la psicologia, quell’empatia umana utile al marketing emozionale. Il mio obiettivo è quello di aiutare chiunque a crearsi la propria impronta digitale e comunicativa senza togliere i valori e la personalità effettiva della brand o della persona. Il claim che amo di più è Human First - prima l’essere umano offline. Non puoi andare online perdendo quello che sei davvero.
Mi piace parlare di arte, creatività e digitale. Per questo sui miei social parlo di due progetti.
L’importanza di avere una comunicazione forte e coesa aiuta il Paese a valorizzare la propria identità e la propria cultura. I benefici del web (se sfruttato con strategia e metodo) possono dare dei risultati notevoli soprattutto ora che il settore è in crisi. Durante il lockdown mi sono imbattuta in questa frase: "Questo è l'unico modo per far sapere chi siamo, cosa facciamo e che esistiamo." L'identità di un paese inizia dalla cultura e la comunicazione può aiutare nel processo di valorizzazione
SocialArt
L'identità di un Paese inizia dalla cultura e la comunicazione può aiutare nel processo di valorizzazione. Ecco alcuni miei SocialArt.
Veniamo pagati per essere creativi. Sul serio, non sto scherzando. Le aziende cercano professionisti che pensano fuori dagli schemi, che siano innovativi e creativi. Quest’ultime sono alcune delle skills più ricercate grazie anche alla continua evoluzione di mezzi e strumenti che ci permettono di esprimerci e di dare una voce.